Passò alle cronache come “La Guerra di Segrate”, una vera e propria contesa finanziaria e legale che ha contrapposto Silvio Berlusconi con la sua Fininvest e Carlo De Benedetti con la Cir per il controllo della Mondadori, che iniziò nel 1989 ed è andata avanti per vent’anni, finché non fu la Corte di Cassazione a mettere la parola fine alle ostilità, il 17 settembre 2013. Fininvest voleva mettere le mani su uno dei maggiori gruppi editoriali italiani, soprattutto dopo che Mondadori aveva acquistato l’editoriale L’Espresso e il controllo di Repubblica. Berlusconi tentò la scalata alla casa editrice, rimanendo però in minoranza.
Nel 1987 morì Mario Formenton, presidente del gruppo e iniziarono i contrasti per la successione al vertice dell’azienda di famiglia, le cui azioni erano divise tra la famiglia Formenton, la Cir e la Fininvest. Berlusconi nel 1988 acquistò anche le azioni di Leonardo Mondadori, nipote di Arnoldo. De Benedetti confidava sulle intenzioni di Formenton, che gli aveva assicurato di cedergli le quote.
Alla fine, la famiglia Formenton fece invece dietro front e cedette le sue quote a Berlusconi, che conquistò così la maggioranza delle azioni.
Da lì partì una guerra di carte bollate tra la Cir e la Fininvest sul controllo della società editoriale. L’esito venne sancito dal lodo Mondadori, con Repubblica e L’Espresso che passarono a De Benedetti e la Mondadori che rimase in capo alla Fininvest. Ma sarà poi la Cassazione con una sentenza del 2013 a chiudere definitivamente la lunga causa, con Fininvest condannata a risarcire con 500 milioni di euro la Cir per il danno procurato.