L’avvio delle politiche di privatizzazioni italiane, necessarie per fare cassa, ridurre il grande indebitamento che gravava sul Paese e centrare l’obiettivo dell’ingresso nell’euro ha un nome e una data d’inizio. La data è il 2 giugno del 1992 quando il panfilo della Regina Elisabetta, il Britannia, ospitò un consesso di capi azienda, economisti e personalità politiche sul tema delle privatizzazioni. Partecipò con un messaggio di saluto, scendendo prima che la nave salpasse, anche Mario Draghi, all’epoca direttore generale del Tesoro che si occupò in prima persona delle cessioni delle quote di gran parte delle grandi imprese pubbliche italiane.
La stagione venne inaugurata dalla cessione dell’Ina e dalle banche di interesse nazionale (Comit, Credit e Banca di Roma)per poi passare all’alimentare e ai grandi gruppi energetici. Un processo che durò circa un decennio e che permise un incasso per lo Stato, solo nel periodo 1993-2005, per 111 miliardi di euro.