Il 2023 funestato dal forte ritorno dell’inflazione e scosso dalla guerra in Ucraina non ha frenato l’ottimismo dei mercati finanziari. La forte liquidità immessa nel sistema durante la pandemia si è diretta verso i mercati azionari, che dopo lo sboom occorso nell’inverno del 2021 sui titoli soprattutto tecnologici e che hanno provocato la discesa delle Borse lungo l’intero 2022. Il 2023 è stato un anno d’oro per le Borse. Con l’indice delle blue chip di Piazza Affari salito del 28%; l’Eurostoxx 50 del 19% e lo S&P500 del 25%. La corsa del listino italiano tra i migliori è dovuta al fatto del forte peso dei titoli bancari che hanno prodotto e continuano a farlo anche nel primo scorcio del 2024 performance record.
Il cosiddetto spread tra tassi attivi e passivi è tornato così dopo un decennio di differenziale molto contenuto a livelli ben sopra il 3-3,5%. Livelli da precrisi Lehman. E così le banche in media hanno visto nel 2023 una crescita del margine d’interesse sopra mediamente il 50%. Combinato con rettifiche ai minimi termini sui crediti malati ecco che i profitti netti delle banche italiane nell’intero 2023 hanno fatto segnare il record storico di oltre 40 miliardi, un abbondante 15 miliardi in più sul già ricco 2022 che chiuse con 25 miliardi di utili.