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di Paolo Panerai

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MF, il primo quotidiano dei Mercati Finanziari, è nato, appunto 35 anni fa, dal successo di Milano Finanza, il primo settimanale finanziario italiano.
È già accaduto una volta in Italia che da un settimanale (in quel caso, per la verità, da due, Panorama e L'Espresso) sia nato un quotidiano, La Repubblica. E’stato un precedente di grande successo e quindi di buon auspicio (come di buon auspicio è stato il toro borsistico di quei giorni del lancio) anche se le dimensioni e gli obiettivi di Panorama erano assai diversi.

Come allora, tuttavia, il quotidiano non è nato dalla trasformazione del settimanale, che anzi ha continuato il proprio sviluppo autonomo. Più semplicemente MF si è affiancato a Milano Finanza, completando il ciclo dei cinque giorni settimanali in cui i mercati sono aperti. Così MF esce fin dalla fondazione il martedì, il mercoledì, il giovedì e il venerdì, congiungendosi con l'uscita di Milano Finanza al sabato. Mentre MF ha dato e continuerà a dare conto giorno per giorno dell'andamento dei mercati e della finanza in generale, Milano Finanza, ha  continuato e continuerà a offrire fin dal sabato mattina, in tutt'Italia, non solo la sintesi della settimana, ma le analisi e gli scoop che sono la specialità della casa, non avendo vincoli di proprietà strumentale ad altri interessi.

Milano Finanza e il panorama editoriale italiano

Anche MF, come già Milano Finanza (grazie anche all’operato, come direttore e editore associato a me, di Gabriele Capolino), non ha avuto e non ha concorrenti reali. Per tre motivi: non c’era e non c'è in Italia un quotidiano interamente dedicato alla finanza, sia pure in una visione globale e integrata dei fenomeni economici; dopo il passaggio di Repubblica nelle mani di Carlo De Benedetti e poi di John Elkann, non c'è in Italia un quotidiano capace di incidere sui fatti economici e finanziari che sia controllato da chi lo realizza, cioè dai giornalisti o con una proprietà professionale, se si eccettua  il Corriere della Sera controllato da Urbano Cairo; non c’è in Italia un quotidiano che si rivolga a un target di lettori definito e solo di altissimo livello anche professionale. Proprio per questo, MF ha puntato e continua a puntare su numeri contenuti ma di altissimo livello, a fronte del principale quotidiano economico del paese, Il Sole-24 Ore, che vende di più ma per un pubblico più variegato. Ecco un altro motivo per cui MF non è stato e né vuole essere un concorrente de Il Sole-24 Ore, un quotidiano che, pur nei suoi vincoli di proprietà, ha raggiunto con l'attuale direzione del nostro ex-collega proprio a MF-Milano Finanza e prima al Mondo e Capital, Fabio Tamburini, buoni livelli qualitativi. Ma dovendo servire un pubblico variegato, è naturale che il quotidiano della Confindustria consideri la finanza una delle aree di informazione, non necessariamente la principale.

Milano Finanza e l’Italia, un racconto lungo 35 anni

Fin dall’esordio, con la direzione operativa di Pier Luigi Magnaschi e quella attuale di Roberto Sommella, per MF la finanza è stata e continuerà a essere invece l'area di informazione fondamentale. Non soltanto per colmare un vuoto, ma perché siamo convinti che non potrà, non dovrà, durare a lungo l'attuale arretratezza dei mercati finanziari nazionali solo mascherata da una borsa pseudo europea visto che non ne fa parte Francoforte e invece include quella di Paesi che puntano in versione antieuropea su un fisco leggerissimo e norme troppo favorevoli a chi controlla le società e non a tutti gli azionisti. Non è possibile in questo contesto che la sesta (o quinta, poco importa) potenza industriale del mondo abbia una finanza quasi da paese in via di sviluppo e una borsa sempre più esangue. L'adeguamento è inevitabile se il paese non vorrà perdere autonomia e diventare totalmente dipendente da altri per i flussi finanziari che alimentano la produzione, non sostenibili unicamente dalle banche, che per fortuna in italia sono di alto livello a cominciare dal capolavoro Intesa Sanpaolo e anche, sia pure in versione diversa, Unicredit. MF è nato e si è sviluppato con la missione ideale di stimolare questo sviluppo e di essere, come crediamo che sia, il punto di riferimento del mondo bancario, delle assicurazioni, del marketing finanziario, dei mercati monetari, della finanza aziendale, del leasing e factoring, del mercato immobiliare, oltre che naturalmente delle borse, del reddito fisso e delle nuove realtà operative, dalle opzioni ai future, alle cripto valute e via dicendo. MF, non soltanto per il nome, vuole essere il giornale dei mercati. E per noi mercato ha un significato molto  preciso: esso rappresenta tutti coloro che vi operano, che di esso si fidano e lo usano come luogo dove la domanda e l'offerta si incontrano. Per questo, MF, come già Milano Finanza, sarà sempre contro gli abusi e le strumentalizzazioni che del mercato possono fare gruppi più o meno grandi o potenti, grazie anche ai giornali che possiedono per fini personali. 
Oggi chi investe e opera sui mercati, per essere informato deve leggere i giornali cartacei o digitali (l’opzione è scontata) che in modo diretto o indiretto, con una sola eccezione, fanno tutti capo a chi chiede denaro al mercato con l'emissione di azioni e obbligazioni, prestiti bancari e finanziamenti pubblici. Può capitare, come capita sempre più spesso, che le informazioni pubblicate sui giornali nazionali (meno uno) riflettano questi interessi e che quindi manchi la trasparenza necessaria per scegliere senza essere gabbati. Chi ricorda, per tornare all’epoca della fondazione di MF, i fischi a Raul Gardini quando  si recò fra le corbeille per la quotazione della Ferfin, può capire facilmente cosa si intende dire. Gardini nel caso usò il mercato allo stesso modo di come hanno fatto e continuano a fare quasi tutti i gruppi dominanti del paese. Anzi, nella sua schiettezza contadina, lo fece anche in maniera meno subdola e, una volta chiusa l'operazione, mostrò più buonsenso operativo di altri. Ma le modalità di annuncio e di attuazione di Meta e Ferfin furono da Terzo Mondo.

Le innovazioni nel racconto delle notizie

La nostra idea è che, se i mercati fossero stati più evoluti e trasparenti, come i migliori del mondo, anche Gardini si sarebbe dovuto adeguare. Lo dimostrò la vicenda della quotazione Fiat a New York, sia pure attraverso gli Adr (sono i certificati che rappresentano le azioni). Leggendo i prospetti che la casa di Torino dovette presentare alla Sec, si appresero informazioni che in Italia sarebbero rimaste sempre riservate: a cominciare dagli emolumenti del top management. Negli Stati Uniti in ogni bilancio è indicato alla virgola qual è lo stipendio del presidente, dell’amministratore delegato e via scendendo. In Italia si sono dovute attendere rotture clamorose come quella fra la Fiat e Vittorio Ghidella per apprendere che il padre della Uno aveva uno stock option sul 40% della Ferrari. Per non parlare di cosa ha fatto l’erede di Giovanni Agnelli, John Elkann, trasferendo ad Amsterdam, paradiso del fisco e dell’anonimato, la holding Exor. Per offrire un'informazione così qualificata e libera MF può contare su un sistema integrato che, partendo da quello modernissimo di Milano Finanza, raggiunse e ancor più ha raggiunto ora i massimi livelli mondiali per efficienza, rapidità e completezza di dati (nessun altro pubblica, per esempio, tanti dati sui Fondi, o un numero così alto di obbligazioni Italiane ed estere). Volendo spingere oltre il passaggio da un’informazione economica basata solo sulle parole a un'informazione basata sui numeri, così come ha inaugurato con successo Milano Finanza segnando una svolta nell’editoria, già in partenza venne organizzata una banca dati, in collaborazione con Compaq e Apple, sfruttando così per la prima volta in Europa in modo combinato le eccezionali capacità di elaborazione dati e di grafica delle due marche. Siamo stati i primi ad avviare l’informazione digitale e oggi con l’arrivo in azienda di Roberto Bernabò, stimato dai vertici delle maggiori aziende del rivoluzionario settore che domina il digitale, l’informazione in tempo reale e la ricchezza di rati ha raggiunto i livelli, e in alcuni casi li ha superati, dei leader mondiali.  Ma le pagine con i numeri, di grafici, di analisi e di articoli uscivano già 35 anni fa. 

Le collaborazioni internazionali

Ma MF non è soltanto il frutto di un sistema di elaborazione e produzione unico in Europa, coordinata  con la filosofia e la vocazione di  un'informazione completamente autonoma. Stampato fin dall’inizio  contemporaneamente a Milano e Roma, MF è nato anche da alcuni rapporti di cooperazione a livello internazionale. Come quello con il gruppo L'Expansion, allora guidato da JeanLouis Servan-Schreiber, che è riuscito ad avere per molti anni il primato dell'informazione finanziaria in Europa. Con Servan-Schreiber, associato come noi  a Dow Jones (la casa editrice di Wall Street Journal e Baron’s) e in Spagna a El Pais per la pubblicazione del quotidiano economico Cinco Dias, si realizzò un'intesa che, in un rapporto di reciprocità, ha garantito a MF il meglio dell'informazione su tutti i mercati europei. E oggi può contare non solo sui contenuti della più dinamica news agenzia americana, MT Newswires, ma anche su Nikkei giapponese, Xinhua leader in Cina e Ceis (Chiana economic information service). Ed è l’unica testata presente nell’European Business media, l’associazione degli editori dei media finanziari, insieme a 42 altre testate europee.
Questo nuovo network per l'informazione finanziaria si somma a quanto il gruppo Class Editori, a cui MF fa capo, è già in grado di offrire. Il quotidiano, infatti, oltre che al settimanale Milano Finanza (con il suo mensile Patrimoni) si unisce Global Finance a New York il magazine e il sistema che dà i rating alle banche centrali e a tutte le banche del mondo. E a fianco di MF, Milano Finanza e Global Finance c’è Class Cnbc, la più importante televisione finanziaria del mondo, più collane di annuari specializzati e  pacchetti di dati e analisi con Mfiu (Milano Finanza intelligence unit),  software specifici e collegamenti con banche dati internazionali.

In un disegno, che forse oggi dopo 35 anni apparirà ancora più chiaro, di informazione integrata per tutti coloro che giorno per giorno devono occuparsi di finanza, investendo o usando denaro perché proprio o per professione; e per tutti coloro che hanno la capacità (o vogliono raggiungerla) di prendere decisioni riguardanti il denaro. Un esercito, come scrivevamo nella presentazione di Milano Finanza, sempre più numeroso, di donne e di uomini sempre più qualificati. Per i prossimi 35 anni, che saranno di rivoluzione profonda, non solo per l’AI. Ma su questa via ci conforta, ci aiuta e ci stimola l’amicizia del più grande scienziato italiano del settore, il professor Mario Rasetti.

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